“Gli alberi ci danno la vita”, una frase tanto banale, quanto vera ed importante. Lo impariamo sin da bambini, ovvero in parole povere, gli alberi tramite la fotosintesi clorofilliana delle loro foglie catturano l’anidride carbonica e, tramite l’acqua assorbita dal terreno e la luce del sole, producono l’ossigeno. Quindi sì è proprio così, gli alberi ci danno l’ossigeno per vivere, ci danno la vita!
Per questo quando sentiamo di notizie come quella di qualche settimana fa, dove ci veniva annunciato che il patrimonio boschivo in Italia è aumentato negli ultimi 10 anni, non possiamo far altro che gioire e continuare su questa strada, perché gli effetti possono essere solo positivi: dal maggiore assorbimento dell’anidride carbonica (il gas responsabile dell’aumento delle temperature), all’assorbimento di sostanze nocive della pioggia, oltre alla prevenzione dell’erosione del suolo ed il mantenimento degli argini.
Eppure l’importanza degli alberi non si vede solo in zone montuose o boschive, ma anche in città. Basta pensare all’effetto più banale, ovvero la creazione di zone d’ombra, che aiutano non solo ad abbassare notevolmente le temperature per le strade, ma contribuiscono a regolare anche quella all’interno delle case, permettendo un maggiore risparmio energetico sia nei periodi estivi che in quelli invernali.
Non solo, la maggiore diffusione degli alberi in zone abitative migliorano il benessere delle persone, aiutando a ridurre lo stress, e le condizioni di salute, tramite un più veloce miglioramento dell’aria che respiriamo. Altri fattori non meno importanti sono l’aumento e il mantenimento di una maggiore biodiversità, permettendo ad uccelli, mammiferi ed insetti (come ad esempio le api, anch’esse fondamentali per la nostra vita) di trovare cibo e riparo.
L’importanza degli alberi quindi è sotto l’occhio di tutti, dagli alberi si possono avere solo benefici, dal più banale come la produzione dell’ossigeno, a quello più impensabile come il risparmio nelle nostre case. Bisogna continuare su questa strada, proteggendo il nostro patrimonio boschivo e aumentandolo, non solo in montagna, ma anche in città!
Articolo di Mario Conte – Volontario
Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto molta strada, e ne siamo diventati così dipendenti che farne a meno è diventato quasi impossibile. Non sappiamo se possa essere definita un progresso o un regresso, però in molti casi, soprattutto in protezione civile, ci torna spesso utile.
Basti pensare che grazie a essa, da tempi lontanissimi, riusciamo a comunicare (attraverso le radiotrasmittenti) anche in quei luoghi in cui la linea telefonica non arriva, ma anche ai droni, che ormai sono un importante strumento di supporto nella prevenzione e nella gestione delle emergenze, per esempio per supportare il monitoraggio di ponti, di impianti industriali, ma anche e soprattutto in caso di terremoti, inondazioni e grandi incendi.
Se pensiamo che nel monitorare le zone colpite da disastri naturali, permettono al pilota di non essere fisicamente presente sul posto e lo risparmiano da eventuali pericoli presenti nell’area colpita dal disastro, allora la tecnologia non è proprio un regresso.
Inoltre, in contesti del genere, l’uso dei droni diventa importante per la rapidità con la quale possono raggiungere anche le zone più danneggiate.
Ma non solo. Proprio l’anno scorso, nel mese di Ottobre, si è aperta la possibilità di usare i droni per trasportare i defibrillatori, con lo scopo di ridurre al minimo i tempi di attesa in caso di arresto cardiaco.
A sostenerlo è anche Luciano Castro, presidente di Roma Drone Conference, che ha dichiarato: “L’utilizzo dei droni nelle attività di ricerca, soccorso e protezione civile è particolarmente interessante, perché consente di avere in tempi brevi e a costi ridotti un quadro preciso dell’area interessata dall’emergenza, senza mettere a repentaglio la vita degli operatori”.
Tutto sommato, come vedete, se correttamente usata, la tecnologia è fondamentale per l’evoluzione umana.
Articolo di Esposito Emilia, Volontaria
Le persone decidono di diventare volontari per diverse ragioni: chi per aiutare il prossimo, chi semplicemente per iniziare una nuova attività, chi per dare un nuovo senso alla propria vita e così via. Ma tutti noi volontari ad un certo punto arriviamo a chiederci: ma chi me l’ha fatto fare?
Cercare un senso dietro l’azione del volontariato spesso è la parte più difficile; se vogliamo ragionare da un punto divista legislativo il volontario è colui che effettua in modo spontaneo e gratuito delle attività a favore di altre persone o della collettività. Ma cosa ci rende realmente volontari? Cosa ci spinge a dedicare il nostro tempo libero ad altre persone?
Qualcuno potrebbe pensare che il motivo possa essere religioso (“ama il prossimo tuo come te stesso”), ma non è esattamente corretto, poiché vi sono volontari e associazioni laiche e che si occupano non solo dei bisogni delle persone, ma anche di altri settori come l’ambiente, la prevenzione, l’intervento, dei beni materiali e culturali o più in generale, che vanno a coprire alcune mancanze dello Stato.
Allora dove trovare il senso del volontariato? E’ molto semplice, ognuno a suo tempo e a seconda delle sue modalità un giorno arriva a capire qual è il senso delle proprie azioni, a comprendere quella piccola speranza che abbiamo dentro e che ci dà il coraggio di indossare la divisa con il nostro migliore sorriso.
Personalmente mi ritrovo spesso a pensare che ogni mio piccolo gesto, come ad esempio spiegare ad un bambino i comportamenti da tenere in caso di una calamità, è l’inizio del tracciamento di un solco, che lo porterà ad una maggiore consapevolezza e sensibilità, e che a sua volta potrebbe persino portare quel bambino sulla strada del volontariato.
Vi sono tanti e diversi motivi per cui una persona arriva a fare volontariato e tanti altri e diversi possono essere quelli per dare un senso a ciò che si continua a fare, l’importante è trovare il proprio, e magari condividerlo con quello degli altri volontari, perché il volontariato resta sempre una parte fondamentale della nostra società.
Articolo di Mario Conte – Volontario
Con l’imminente arrivo della stagione delle piogge è importante tenere a mente alcune regole di base per guidare senza rischi.
Quando l’allerta meteo diventa di colore rosso l’ideale sarebbe rimanere all’interno della propria abitazione. Tuttavia, per chi è costretto a guidare l’auto sotto un forte temporale, ecco alcuni consigli per muoversi in sicurezza:
1) Visibilità
Assicurarsi che tutte le luci ed i tergicristalli siano funzionanti; per facilitare il disappannamento dei vetri è consigliabile pulirli anche dall’interno; accendere i fari fendinebbia all’occorrenza, in particolare se la visibilità è inferiore a 100m.
2) Aquaplaning
L’aspetto più pericoloso della guida sotto la pioggia è il fenomeno dell’aquaplaning che si verifica quando l’asfalto non riesce a drenare l’acqua piovana e gli pneumatici non entrano in contatto con la superficie stradale; per cui è bene controllare che il battistrada delle gomme sia in buono stato, la pressione delle gomme sia ottimale e ridurre la velocità di marcia.
3) Distanza di sicurezza
Quando il manto stradale è bagnato, diventa scivoloso per cui lo spazio di frenata sarà più lungo, dunque è bene tenere un’ampia distanza dalla vettura che ci precede, ciò permette di avere dei tempi di reazione più estesi anche in caso di frenate improvvise.
Articolo di Matteo Annunziato e Valeria Casaburi – Volontari
Con il ritiro dell’esercito americano dall’Afghanistan è iniziata una delle più grandi crisi umanitarie della storia. Gran parte della popolazione afghana è in fuga e più di 5000 persone hanno trovato rifugio in Italia, che ha promosso iniziative di assistenza e accoglienza con il coinvolgimento della Protezione Civile e delle associazioni di volontariato.
I migranti sono stati accolti in centri temporanei per la quarantena, in particolare in Campania presso il Covid Residence dell’Ospedale del Mare di Napoli. A tutti i rifugiati sono stati forniti dalla Protezione Civile Regionale assistenza medica e beni di prima necessità, fra cui kit composti da abbigliamento, abbigliamento intimo, scarpe, giocattoli per bambini, etc.
Inoltre, grazie anche al supporto delle associazioni di volontariato locali, sono state raccolte molte donazioni di beni dello stesso genere, che sono stati recapitati ai migranti.
L’impegno e sostegno in condizioni di allerta e necessità, è il principio cardine della Protezione Civile e di tutti i volontari e soccorritori, che per garantire accoglienza o ricovero della popolazione individuano luoghi e aree sicure, sia in caso di crisi umanitaria come questa, che di rischio sanitario, meteorologico o ambientale, mettendo in atto operazioni ed attività di assistenza per fornire un aiuto sempre tempestivo, efficace e concreto nelle difficoltà.
Articolo di: Valeria Casaburi & Matteo Annunziato – Volontari