Il 22 novembre di ogni anno ricorre la “Giornata Nazionale per la sicurezza nelle scuole” che rientra nella campagna IMPARARESICURI svolta in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione ed il Dipartimento di Protezione Civile. La Giornata venne istituita con la Legge 107/2015 in memoria del tragico incidente avvenuto il 22 novembre 2008 al liceo Darwin di Rivoli in cui, a seguito del crollo del pannello di un controsoffitto, perse la vita lo studente Vito Scafidi.
Dedicata ed intitolata poi a tutte le vittime degli incidenti avvenuti nelle scuole italiane, il Ministero celebra questa Giornata invitando ad organizzare attività, incontri ed occasioni di confronto per sensibilizzare sul tema della prevenzione dei rischi, con l’obiettivo di promuovere, valorizzare e favorire la diffusione della cultura della sicurezza degli edifici scolastici e garantire una corretta informazione a tutta la comunità scolastica.
La necessità di adeguare le scuole dal punto di vista strutturale resta tutt’oggi un’ emergenza per il nostro Paese. In due settimane, tra fine ottobre e la scorsa settimana di novembre si sono verificati ben sei casi di crolli poiché molti istituti non sono dotati di certificati di collaudo statico (39%) o di prevenzione incendi (59%).
A questo scopo è stata profilata una Survey intitolata “Sicurezza, qualità e benessere a scuola in epoca Covid-19”, compilabile fino al 9 gennaio 2022 per tutti gli istituti di ogni ordine e grado; tale questionario è rivolto ai dirigenti scolastici per fotografare i mutamenti indotti intervenuti sull’organigramma degli addetti preposti alla sicurezza, sui ruoli degli studenti per l’evacuazione, le prove di emergenza rispetto ai diversi tipi di rischio e le aree di raccolta, le attività formative ed informative rivolte agli studenti e alle famiglie sulla sicurezza interna e sanitaria, la situazione attuale degli spazi didattici ed il ricorso ad eventuali spazi esterni, i nuovi arredi acquistati e lo smaltimento dei vecchi, nonchè sulle voci di utilizzo e le fonti di finanziamento disponibili, e tutto ciò che si è reso necessario per fronteggiare l’emergenza pandemica dal Decreto Legislativo 81/2008, al fine di raccogliere, condividere ed estendere le buone pratiche realizzate e le criticità riscontrate relativamente ai temi indicati.
(I risultati dell’indagine saranno resi pubblici a fine febbraio 2022).
Quest’anno per l’occasione è stata anche prodotta e presentata la Smart Box della Sicurezza, con materiali utili e scaricabili gratuitamente, per tenere alta l’attenzione sulla prevenzione e saper fronteggiare i rischi naturali presenti sui territori, come terremoto ed alluvione, in ambito scolastico.
Inoltre sono stati proiettati e caricati online ben tre video tutorial, con gli studenti quali attori protagonisti, per avere maggiore consapevolezza dei rischi in generale, per conoscere il piano di emergenza della propria scuola e quello comunale di protezione civile.
“Imparare in sicurezza, nel rispetto delle norme anti-Covid, all’interno di edifici sicuri ed in territori dotati di una pianificazione di protezione civile testata ed efficace, è un diritto di tutti; contribuire a far sì che i ragazzi e le ragazze facciano propria la cultura della prevenzione, significa permettere loro di essere cittadini consapevoli, informati e impegnati in prima persona nella riduzione del rischio, non in futuro da adulti, ma da subito, proprio a partire dagli spazi che vivono quotidianamente” ha sottolineato Immacolata Postiglione, Vice Capodipartimento Protezione Civile.
Per di più quest’anno, nei giorni da martedì 16 a venerdì 26 novembre, studenti, docenti, personale ATA e dirigenti scolastici potranno prendere parte all’iniziativa “La scuola è sicura se…” pubblicando sul profilo Instagram della scuola (o su un altro canale in uso) uno o più messaggi, narrazioni, video o foto sul tema della prevenzione e della sicurezza. L’iniziativa social proposta dal Ministero è infatti quella di riflettere, anche organizzando gruppi di approfondimento, su queste tematiche, al fine di individuare gli elementi essenziali per rendere gli ambienti e i comportamenti di vita scolastica più adeguati e garantire benessere e maggiore sicurezza in ambito scolastico.
Articolo di Valeria Casaburi – Volontaria
Novembre è uno dei periodi dell’anno in cui, insieme agli altri mesi invernali, si verificano maggiormente eventi meteo-idro del tipo estremo, allertando spesso intere città.
I toscani ne sanno qualcosa, che il 4 Novembre 1966 furono colpiti dalla più grande alluvione della storia Italiana, che danneggiò Firenze e gran parte della regione, sommergendo interi comuni. Da quell’anno ogni pioggia più o meno abbondante li preoccupa.
Oggi mi interessa ricordare quest’evento per ribadire un concetto che mi sta particolarmente a cuore: la PREVENZIONE DEL RISCHIO. E il rischio meteo-idro, rispetto agli altri, è sempre stato più trascurato. Basti pensare a quello che ci hanno insegnato alle scuole elementari, a ciò che insegnano ai nostri figli, ai nostri fratelli più piccoli: di rifugiarsi sotto al banco se si avverte una scossa, di raggiungere un’area spaziosa e non confinante con edifici pericolosi subito dopo una scossa. Ma del rischio meteo-idro non ci hanno mai parlato, eppure ci conviviamo ogni inverno, chi più chi meno.
Nessuno a scuola ci ha mai insegnato su cosa fare in caso di forte pioggia. E soprattutto si tende a ricordare solo gli eventi rimasti nella storia per i danni provocati, e non per quelli “scampati”, che a mio avviso meritano la stessa importanza.
Sempre restando in Toscana, nel 2019 si è scampati allo straripamento dell’Arno grazie allo scolmatore progettato anni fa, che quell’anno è stato messo in funzione per la prima volta. Lo scolmatore è un canale artificiale che, appunto, ha lo scopo di “scolmare” le acque, riducendo di gran lunga il rischio idraulico.
Quando è stato attivato, nel corso di un altro grande evento estremo che avrebbe potuto provocare gli stessi danni dell’alluvione avvenuta anni fa, è stato ripreso l’intero meccanismo dell’opera progettuale da un drone, e a me, ma credo a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di vederlo, ha fatto venire i brividi, non per ciò che si è visto, ma per ciò che non si è visto (il disastro che non è avvenuto).
A questo proposito ci tengo a ribadire un pensiero di un autore, che ho già espresso in qualche articolo fa: “Costruire una cultura della prevenzione non è facile. Mentre i costi della prevenzione si pagano nel presente, i suoi benefici si godranno in un futuro lontano. Inoltre, tali benefici non sono tangibili; sono i disastri che non sono avvenuti”.
Ecco, forse focalizzarsi sui disastri “non avvenuti” ci permette di convincere noi, e chi gestisce questo paese, che la prevenzione serve per davvero, e la sua efficacia la si può notare non in quello che succede, bensì in quello che non succede.
Per chi se lo fosse perso, qui trovate il video dello scolmatore!
https://www.youtube.com/watch?v=2wcOb4LsF2I
Articolo di Esposito Emilia – Volontaria
I recenti terremoti al largo delle coste campane e le alluvioni delle scorse settimane in Sicilia sono la prova concreta di quanto il cambiamento climatico stia aumentando i rischi cui siamo sottoposti.
“Il tema dell’ambiente deve diventare sempre più un tema di attualità, in relazione della responsabilità che abbiamo di lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo in cui poter vivere. Stavo pensando in questi giorni di varare un piano per la nostra Regione semplice: la piantumazione in Campania di un milione di alberi”.
Queste sono le parole del governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del solito appuntamento social del venerdì. Una promessa che se mantenuta sarebbe un enorme aiuto alla lotta contro i cambiamenti climatici. Speriamo dunque che il governatore si impegni fino in fondo alla realizzazione di questo progetto, servono urgentemente provvedimenti atti ad abbattere l’inquinamento e l’utilizzo di risorse non rinnovabili.
Articolo di Matteo Annunziato e Valeria Casaburi – Volontari
A seguito degli eventi calamitosi che hanno colpito il nostro territorio, la protezione civile ha maturato una consapevolezza tale che da “macchina per il soccorso” sta diventando un vero e proprio sistema in grado di prevedere, prevenire e monitorare il territorio, così da non intervenire solo in contesti di emergenza imminente, ma di agire sul rischio prima ancora che provochi danni.
Il Sistema di Protezione Civile è abbastanza complesso, ne fanno parte i Vigili del Fuoco, le Forze dell’Ordine, i Vigili Urbani, la Croce Rossa, le Organizzazioni di Volontariato… per far sì però che questo sistema funzioni, prima di tutto deve godere della presenza del cittadino, che deve sentirsi parte integrante di questo insieme.
E’ per questo che ogni anno, la nostra Associazione, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, organizza innumerevoli attività con lo scopo di rendere i cittadini soggetti attivi di questo sistema, cominciando dalle attività svolte nelle scuole, fino ai campi estivi di volontariato per ragazzi di scuole elementari, medie e superiori. Ma non solo.
La protezione civile si fa anche in famiglia, motivo per il quale è stato creato un manuale che descrive in maniera molto semplice quali sono i comportamenti da adottare in casa prima, durante e dopo un rischio… con tanti disegni, per arrivare anche ai più piccoli.
A volte semplici gesti quotidiani, seppure ci possano sembrare scontati, possono fare una gran differenza.
Buona lettura!
Articolo di Esposito Emilia – Volontaria
Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto molta strada, e ne siamo diventati così dipendenti che farne a meno è diventato quasi impossibile. Non sappiamo se possa essere definita un progresso o un regresso, però in molti casi, soprattutto in protezione civile, ci torna spesso utile.
Basti pensare che grazie a essa, da tempi lontanissimi, riusciamo a comunicare (attraverso le radiotrasmittenti) anche in quei luoghi in cui la linea telefonica non arriva, ma anche ai droni, che ormai sono un importante strumento di supporto nella prevenzione e nella gestione delle emergenze, per esempio per supportare il monitoraggio di ponti, di impianti industriali, ma anche e soprattutto in caso di terremoti, inondazioni e grandi incendi.
Se pensiamo che nel monitorare le zone colpite da disastri naturali, permettono al pilota di non essere fisicamente presente sul posto e lo risparmiano da eventuali pericoli presenti nell’area colpita dal disastro, allora la tecnologia non è proprio un regresso.
Inoltre, in contesti del genere, l’uso dei droni diventa importante per la rapidità con la quale possono raggiungere anche le zone più danneggiate.
Ma non solo. Proprio l’anno scorso, nel mese di Ottobre, si è aperta la possibilità di usare i droni per trasportare i defibrillatori, con lo scopo di ridurre al minimo i tempi di attesa in caso di arresto cardiaco.
A sostenerlo è anche Luciano Castro, presidente di Roma Drone Conference, che ha dichiarato: “L’utilizzo dei droni nelle attività di ricerca, soccorso e protezione civile è particolarmente interessante, perché consente di avere in tempi brevi e a costi ridotti un quadro preciso dell’area interessata dall’emergenza, senza mettere a repentaglio la vita degli operatori”.
Tutto sommato, come vedete, se correttamente usata, la tecnologia è fondamentale per l’evoluzione umana.
Articolo di Esposito Emilia, Volontaria