Cosa succede quando un nubifragio o una pioggia diffusa e persistente si abbattono su di un territorio reso fragile da un’antropizzazione eccessiva e spesso incontrollata?
Uno degli effetti può essere lo straripamento delle acque di un fiume, di un torrente, di un canale o delle reti fognarie. Questo fenomeno causa numerosi danni a persone, strutture e ambiente per la possibile dispersione di materiale inquinante.
Ma come ci si può proteggere dai rischi in caso di alluvione? Che cosa fare?
– se ti trovi in casa o in un luogo chiuso:
È fondamentale non scendere in cantina, seminterrato o garage poiché sono i posti più pericolosi e saranno subito invasi dall’acqua; se ci si trova in un seminterrato o in un piano basso bisogna salire verso i piani più alti dell’edificio, se invece si abita ad un piano alto offrire ospitalità a chi cerca rifugio dai luoghi sottostanti. Evitare assolutamente di usare l’ascensore poiché potrebbe bloccarsi; aiutare i bambini, gli anziani e le persone con disabilità a mettersi al sicuro. In casa chiudere il gas, l’impianto di riscaldamento ed elettrico. Non cercare di mettere in salvo i beni collocati in luoghi a rischio poiché c’è il pericolo di trovarsi bloccati dai detriti o di essere travolti dal flusso d’acqua.
– se si è all’aperto o fuori casa:
Cercare di allontanarsi il più possibile dalla zona allagata, l’acqua scorre ad una velocità molto elevata e anche pochi centimetri potrebbero farci perdere l’equilibrio o il controllo dell’auto per cui se ci si trova alla guida bisogna evitare di transitare o sostare lungo gli argini dei corsi d’acqua, sopra ponti o nei sottopassi.
Raggiungere rapidamente zone elevate evitando pendii o scarpate che potrebbero franare.
La protezione civile in questi casi soccorre le vittime e aiuta a ripristinare le condizioni di normalità ma è comunque necessario tenere a mente queste poche semplici regole per proteggersi da soli in attesa di un loro intervento, o di tutti gli altri addetti al soccorso e alla sicurezza.
Articolo di Matteo Annunziato e Valeria Casaburi – Volontari
Con l’imminente arrivo della stagione delle piogge è importante tenere a mente alcune regole di base per guidare senza rischi.
Quando l’allerta meteo diventa di colore rosso l’ideale sarebbe rimanere all’interno della propria abitazione. Tuttavia, per chi è costretto a guidare l’auto sotto un forte temporale, ecco alcuni consigli per muoversi in sicurezza:
1) Visibilità
Assicurarsi che tutte le luci ed i tergicristalli siano funzionanti; per facilitare il disappannamento dei vetri è consigliabile pulirli anche dall’interno; accendere i fari fendinebbia all’occorrenza, in particolare se la visibilità è inferiore a 100m.
2) Aquaplaning
L’aspetto più pericoloso della guida sotto la pioggia è il fenomeno dell’aquaplaning che si verifica quando l’asfalto non riesce a drenare l’acqua piovana e gli pneumatici non entrano in contatto con la superficie stradale; per cui è bene controllare che il battistrada delle gomme sia in buono stato, la pressione delle gomme sia ottimale e ridurre la velocità di marcia.
3) Distanza di sicurezza
Quando il manto stradale è bagnato, diventa scivoloso per cui lo spazio di frenata sarà più lungo, dunque è bene tenere un’ampia distanza dalla vettura che ci precede, ciò permette di avere dei tempi di reazione più estesi anche in caso di frenate improvvise.
Articolo di Matteo Annunziato e Valeria Casaburi – Volontari
E’ diventato sempre più frequente associare la stagione estiva agli incendi boschivi e quella invernale alle alluvioni.
Due disastri che, apparentemente sembrano “diversi”, in realtà sono strettamente correlati.
Come si evince da uno dei precedenti articoli, negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento degli incendi boschivi a cui seguono dei cambiamenti climatici che provocano, nel lungo termine, notevoli danni.
Infatti, il calore provocato da un incendio aumenta la temperatura dell’aria che, diventando molto più umida, genera piogge brevi ma intense, con effetti al suolo devastanti.
Durante un’alluvione, gli alberi hanno la funzione di proteggere il terreno dal franamento dei versanti attraverso le radici che fungono da ancoraggio, e di evitare allagamenti a valle attraverso l’assorbimento da parte della pianta dell’acqua piovana.
Però, se gli alberi vengono distrutti dagli incendi questa funzione viene a mancare, ed è così che si generano frane e alluvioni.
Purtroppo, quando parliamo di disastro, sia naturale che antropico, non abbiamo mai una percezione chiara dei danni provocati, perché la maggior parte di questi si ripercuotono sull’ambiente a distanza di tempo. Ed è proprio per questo motivo che, ancora una volta, è importante agire sulla prevenzione dei rischi, anche se ci sembra di non vedere i risultati. C’è una frase che ne racchiude il senso:
“Costruire una cultura della prevenzione non è facile. Mentre i costi della prevenzione si pagano nel presente, i suoi benefici si godranno in un futuro lontano. Inoltre, tali benefici non sono tangibili; sono i disastri che non sono avvenuti.”
(Kofi Annan, 1999)
Articolo di: Esposito Emilia, Volontaria
Dalle notizie apprese dal Tg degli ultimi giorni, dall’inizio dell’anno a oggi sono stati distrutti dagli incendi più di 140mila ettari di boschi, una superficie così estesa che ha già superato quella bruciata nel 2017, che dall’European Forest Fire Information System, è stato definito l’anno più disastroso per il nostro Paese.
Dopo aver visto bruciare tutte queste foreste, viene da chiederci “Esiste la prevenzione? È possibile attuarla in bosco?”
Certo che sì. Oltre alle classiche norme di comportamento da tenere a mente quando si va a fare un pic-nic in montagna (come l’accensione dei barbecue, lo spegnimento dei mozziconi, i rifiuti plastici abbandonati), esiste una disciplina, la selvicoltura preventiva, il cui compito è la cura dei boschi pre-incendio. Questa, attraverso la creazione di viali tagliafuoco e la riduzione di biomassa nei boschi sovraffollati, permette di ridurre, in caso di incendio, il passaggio del fuoco da una chioma all’altra dell’albero.
Inoltre, da alcuni anni si sta attuando in campo anche una nuova tecnica, il fuoco prescritto, che consiste nel prevenire gli incendi boschivi attraverso l’uso del fuoco stesso. Questo, infatti, quando controllato (da operatori AIB addetti allo spegnimento), permette di creare nel bosco delle vere e proprie “zone” prive di infiammabilità, in modo che il fuoco “distruttivo”, quando passa, non trova il combustibile di cui ha bisogno per alimentarsi e si estingue.
Visto che, a poco a poco, le nostre foreste stanno scomparendo, non sarebbe più efficiente focalizzarsi sulla prevenzione, piuttosto che veder bruciare intere montagne?
Articolo di: Emilia Esposito – Volontaria
Dal 26 al 30 Luglio 2021, campo di volontariato semiresidenziale, per ragazzi dai 9 ai 13 anni.
Tutti i giorni dalle 9,00 alle 17,00 presso il nostro centro di addestramento sito in via Genova snc a San Vito di Montecorvino Pugliano (SA)
Tematiche trattate: Protezione civile – Tutela ambientale – Primo soccorso – Nozioni base del B.L.S.D. – Raccolta differenziata – Prevenzione incidenti domestici, fuochi d’artificio – e poi tanto divertimento
TI ASPETTIAMO
Per maggiori informazioni e richiesta di iscrizione
338 9483131 —– segreteria@protezionecivilebellizzi.it