LA PROTEZIONE CIVILE

 

Con Protezione Civile si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.

La legge

Con la legge del 24 febbraio 1992, n.225 l’Italia ha organizzato la protezione civile come “Servizio nazionale”, coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto, come dice il primo articolo della legge, dalle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale. Al coordinamento del Servizio nazionale e alla promozione delle attività di protezione civile, provvede il Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Dipartimento della Protezione civile.

La Protezione Civile italiana

Nella maggioranza dei Paesi europei, la protezione civile è un compito assegnato ad una sola istituzione o a poche strutture pubbliche.

In Italia, invece, è coinvolta in questa funzione tutta l’organizzazione dello Stato, al centro e in periferia, dai Ministeri al più piccolo comune, ed anche la società civile partecipa a pieno titolo al Servizio nazionale della protezione civile, soprattutto attraverso le organizzazioni di volontariato. Le ragioni di questa scelta, che caratterizza la struttura della protezione civile italiana, si possono individuare nell’incontro tra una motivazione istituzionale ed una esigenza operativa legata alle caratteristiche del nostro territorio.

Dal punto di vista dell’ordinamento amministrativo, è in corso da anni un processo di riforma orientato ad aumentare il peso, le competenze e le responsabilità delle istituzioni regionali e locali, attuando e sviluppando in forme adeguate alle esigenze di oggi gli orientamenti al regionalismo e alla valorizzazione delle istituzioni locali già presenti nella Carta costituzionale. La protezione civile non poteva essere estranea a questo processo, che spiega l’importanza crescente che stanno assumendo nella struttura del sistema nazionale della protezione civile le Regioni e le amministrazioni locali, l’aumento delle responsabilità e delle competenze loro affidate, l’articolazione dei livelli di decisione e di intervento, la complessità delle esigenze di direzione e coordinamento del sistema ai vari livelli.

Il modello di organizzazione della nostra protezione civile, che origina dal processo di riorganizzazione dell’ordinamento amministrativo, risulta particolarmente adeguato ad un contesto territoriale come quello italiano, che presenta una gamma di possibili rischi di calamità e catastrofi sconosciuta negli altri Paesi europei. Quasi ogni area del paese risulta interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema di protezione civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile, prevedere i disastri.

Organizzazione

Il sistema è basato sul principio di sussidiarietà.
Il primo responsabile della protezione civile in ogni Comune è il Sindaco, che organizza le risorse comunali secondo piani prestabiliti per fronteggiare i rischi specifici del suo territorio. Quando si verifica un evento calamitoso, il Servizio Nazionale della Protezione Civile è in grado, in tempi brevissimi, di definire la portata dell’evento e valutare se le risorse locali siano sufficienti a farvi fronte.

In caso contrario, si mobilitano immediatamente i livelli provinciali, regionali e, nelle situazioni più gravi, il livello nazionale, integrando le forze disponibili in loco con gli uomini e i mezzi necessari. Ma soprattutto si identificano da subito le autorità che devono assumere la direzione delle operazioni: è infatti evidente che una situazione di emergenza richiede in primo luogo che sia chiaro chi decide, chi sceglie, chi si assume la responsabilità degli interventi da mettere in atto. Nei casi di emergenza nazionale questo ruolo compete al Dipartimento della Protezione Civile, mentre la responsabilità politica è assunta direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Rischio sismico

 

La Protezione Civile Bellizzi ODV è fortemente attiva in azioni di prevenzione del rischio sismico in modo particolare nelle scuole. Da diversi anni svolgiamo esercitazioni di simulazione di evacuazione nelle scuole in caso di tali calamità.

Formazione nelle scuole

Imparare a conoscere e gestire con calma tali situazioni d’emergenza permette agli studenti e agli stessi docenti di non compiere gesti pericolosi che possano mettere in pericolo la propria vita.

Presso gli istituti scolastici della Piana del Sele e dell’Alto Medio Sele, abbiamo realizzato diversi percorsi formativi per le scolaresche in tema di emergenza ed evacuazioni per terremoti, con una prima parte a carattere informativo ed una seconda con un’esercitazione pratica.

Inoltre durante le emergenze che si sono verificate nel nostro territorio nazionale, abbiamo preso parte a diverse emergenze tra cui il terremoto in Emilia Romagna (2012), in Abruzzo (2009) e in Molise (2002).

CAMPANIA - VESUVIO

Il Vesuvio è il vulcano più famoso della terra, uno dei più studiati ed è anche uno dei più pericolosi poiché il vasto territorio che si estende alle sue pendici ha visto la costruzione di case fino a 700 metri di altura. E’ un tipico esempio di vulcano a recinto costituito da un cono esterno tronco, Monte Somma (1133 metri), con cinta craterica in gran parte demolita entro la quale si trova un cono più piccolo rappresentato dal Vesuvio (1281 metri), separati da un avvallamento denominato Valle del Gigante, parte dell’antica caldera, dove in seguito, presumibilmente durante l’eruzione del 79 d.C., si formò il Gran Cono o Vesuvio.

La Valle del Gigante è suddivisa a sua volta in Atrio del Cavallo ad ovest e Valle dell’Inferno ad est. Il recinto del Somma è ben conservato per tutta la sua parte settentrionale, infatti è stato nei tempi storici meno esposto alla furia devastatrice del vulcano, perché riparato dall’altezza della parete interna che ha impedito il deflusso di lave sulle sue pendici. I pendii, variamente degradanti, sono solcati da profondi valloni radiali prodotti dall’erosione delle acque meteoriche. Le sue pareti dalla parte del cono si presentano a picco. Tutta la sezione è poi disseminata di spuntoni e dicchi di roccia vulcanica scura. Il vecchio orlo craterico è un susseguirsi di cime dette cognoli. Mentre l’altezza del Somma ed il suo profilo si sono conservati uguali nei secoli, l’altezza ed il profilo del Vesuvio hanno subito variazioni notevoli, a causa delle successive eruzioni, con innalzamenti ed abbassamenti. Il Vesuvio è un caratteristico vulcano poligenico e misto, ossia costituito da lave di composizione chimica diversa (ad esempio trachiti, tefriti, leucititi) e formato sia da colate di lava sia da depositi piroclastici.

Tutte le zone alle pendici della montagna sono da considerarsi formate da terreni trasportati da lave di fango che scendono dagli scoscesi pendii nelle stagioni piovose attraverso profondi e stretti valloni detti alvei o più comunemente lagni. Gli alti argini sono formati da cumuli di scorie laviche, che precipitati allo stato incandescente e dilagati verso le basse pendici, si rivelano ora a causa del loro materiale fertile, ricco di silicio e potassio, preziosi per la vegetazione. Nelle giornate più fredde la condensazione dei vapori rende visibili le fumarole presenti in numerosi punti della parete interna del cratere. Proseguendo lungo il bordo del cratere, guardando verso il mare si coglie l’intera estensione della parte meridionale del vulcano e, in giornate con buona visibilità, tutto il Golfo di Napoli dalla Penisola Sorrentina e Capri fino a Capo Miseno, Procida e Ischia. E’ inevitabile notare anche la sconsiderata espansione urbanistica che risale lungo le pendici del vulcano.

 Dal 29 ottobre 2005 il Vesuvio è un museo a cielo aperto perché i suoi tornanti ospitano 10 gigantesche sculture. La mostra permanente prende il nome di Creator Vesevo.

SCUOLA SICURA

 

Ogni anno nelle scuole primarie della Provincia di Salerno svolgiamo attività di sensibilizzazione e prevenzione su tematiche inerenti le manovre di sicurezza da tenersi durante un’evento sismico, alluvioni, maremoti, incendi boschivi e incidenti domestici. Nel periodo pre-natalizio, affrontiamo le tematiche dei fuochi d’artificio.

Obiettivi

Come supporto alle attività abbiamo sviluppato degli opuscoli informativi, fortemente interattivi in modo da permette ai bambini di imparare, disegnando e colorando le immagini.

Lo scopo di questo percorso è quello di aiutare i bambini e le bambine, ad individuare quali sono gli oggetti e le situazioni che possono mettere a repentaglio la propria incolumità e a conoscere le più elementari norme di sicurezza e di autoprotezione, in situazioni di emergenza a casa e a scuola e di trasferire queste informazioni, tramite i bambini, nei loro nucleo familiari.

Antincendio

 

L’associazione svolge attività di anticendio dal 1993.

Obiettivi

Ogni anno, nel periodo maggiormente a rischio che va da giugno a settembre, i volontari dell’associazione divisi in squadre svolgono attività di controllo e monitoraggio del territorio. La nostra organizzazione prevede la composizione di più squadre composte da dieci volontari ciascuna.

L’azione viene svolta in sinergia con diversi enti, tra cui il Settore Foreste della Provincia di Salerno e la Regione Campania.

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