Con l’approssimarsi delle feste di fine anno è importante rinnovare un forte invito alla prudenza nell’utilizzo di artifici pirotecnici, troppo spesso fonte di incidenti anche gravi, determinati dall’incautela nel maneggiare e accendere mortaretti, razzi, petardi e fuochi d’artificio di ogni genere, talvolta anche illegali.
Ma come riconoscere, innanzitutto, un botto illegale?
I giochi pirotecnici autorizzati e in libera vendita devono riportare sulla confezione un’etichetta con il numero del decreto ministeriale che ne autorizza il commercio, il nome del prodotto, la ditta produttrice, la categoria d’appartenenza e le modalità d’uso.
Tuttavia anche un uso imprudente dei fuochi d’artificio del genere legale può produrre lesioni gravi, come ustioni al viso e alle mani, e danni alla vista. Inoltre va considerato che il forte rumore e gli effetti illuminanti, recano spesso grave disturbo alle persone deboli come anziani, ammalati e bimbi piccoli, ed ogni anno molti animali, anche tra quelli d’affezione, perdono la vita a causa di shock indotti dall’esplosione di petardi e botti durante la notte di Capodanno.
Per contenere il numero di vittime di incidenti di questo tipo, nonché dei possibili inneschi di principi di incendio a seguito dell’utilizzo dei fuochi d’artificio, ogni anno l’Arma dei Carabinieri e i Vigili dei Fuoco promuovono campagne di sensibilizzazione e informazione, illustrando regole di comportamento e consigli utili per festeggiare in sicurezza. Di seguito ne riportiamo alcune:
• Non esistono fuochi di artificio “sicuri”, anche se ne è permessa la vendita; perfino le stelline, che i bambini usano con disinvoltura, bruciano a 300°C e perciò sono potenzialmente in grado di provocare incendi sui tessuti.
• L’. utilizzo improprio può incendiare gli abiti che si indossano quando si usa un fuoco d’artificio. Mai mettere giacconi o maglioni di pile o fibra sintetica, e nemmeno indumenti acetati come tute sportive. Basta una scintilla per trasformare questi abiti in torce di fuoco.
• Al momento dell’accensione, mai avvicinare viso e occhi alla miccia.
• Non lasciare mai sui balconi tende, teli di plastica, scope, contenitori di carta o plastica, tappeti, panni stesi, o qualsiasi materiale combustibile; togliere dai balconi e terrazzi tutti i materiali combustibili che potrebbero venire incendiati dal petardo di un vicino.
• Non collocare mai i fuochi d’artificio nelle vicinanze di luoghi abitati o dove siano depositi di paglia, di grano, fienili, boschi, o in prossimità di automobili
• Non usare in caso di vento!
• In casi di ritrovamento di un botto inesploso, in strada oppure a casa, non toccatelo. Molti ferimenti avvengono il “giorno dopo” a causa dei botti inesplosi che si trovano per strada. Ricordatevi che un botto abbandonato o difettoso potrebbe comunque esplodere da un momento all’altro
Non rischiate la vita per sparare un botto. Per festeggiare il nuovo anno basta anche un abbraccio ai propri cari oppure stappare una bottiglia di spumante.
Buone Feste
Articolo di Valeria Casaburi e Matteo Annunziato (Volontari)
Dal 6 dicembre è scattato l’obbligo del Super green pass, ciò significa che la validità del green pass si trasforma da 12 a 9 mesi dalla data di somministrazione; dunque, chi già possiede la certificazione verde in seguito a una vaccinazione non dovrà fare nulla.
In caso contrario:
Per chi si vaccina adesso, il super green pass sarà valido a partire dal 15º giorno dalla prima vaccinazione.
Per guarigione da covid-19, la nuova certificazione varrà, come in precedenza, per 6 mesi successivi dalla data di inizio validità indicata sul certificato di guarigione, prolungabile (dopo i 180 giorni) sottoponendosi ad una sola dose di vaccino.
Dopo la terza dose, il nuovo green pass sarà prolungato per ulteriori 9 mesi.
Dunque, in tutte le zone a colori (a parte le rosse, dove continua a essere tutto chiuso) per entrare in cinema, teatri, stadi e palazzetti dello sport, bar e ristoranti al chiuso, feste, discoteche e cerimonie pubbliche servirà il green pass «rafforzato». Il tampone non sarà più accettato.
L’ambito di applicazione del super green pass è poi più esteso in zona arancione e “salva” così alcune attività che, altrimenti, chiuderebbero. Solo per chi è vaccinato o guarito, infatti, saranno accessibili con il super green pass impianti sciistici, fiere, congressi e convegni, centri termali e parchi tematici e di divertimento, oltre che sale gioco.
Matteo Annunziato – Volontario
Per lunedì 6 Dicembre dalle 9.30 alle 13.00 il Dipartimento della Protezione Civile ha organizzato, insieme all’Agenzia per la Coesione Territoriale, la fondazione CIMA e la Regione Sicilia, un interessante webinar in cui si parlerà della riduzione del rischio, in particolar modo del rischio meteo-idro, che nelle ultime settimane ha messo in allerta alcune regioni, tra cui la Campania. Protagonista dell’incontro sarà la Regione Sicilia, vittima di numerose alluvioni, che nell’ambito del Programma PON Governance 2014-2020, intende effettuare un miglioramento nella prevenzione non strutturale del rischio idraulico e idrogeologico.
Per chi fosse interessato, è possibile seguire il webinar a questo link.
Qui, invece, il programma dell’incontro. Tra i professionisti anche Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della Protezione Civile.
Emilia Esposito – Volontaria
Per quanto un evento può essere catastrofico, come il terremoto del 23 Novembre 1981 che colpì principalmente l’Irpinia, ma che in realtà ha lasciato un segno profondo in tutto il Sud Italia, da questo tipo di eventi possono scaturire anche delle azioni positive e fondamentali.
Partiamo dalla scossa: Irpinia ore 19:34, 90 interminabili secondi (così vengono sempre descritti da chiunque l’abbia vissuto in prima persona) e poi… Buio. Polvere. Macerie. Urla.
La gravità della situazione non venne subito compresa, a causa della completa interruzione delle telecomunicazioni. Le prime notizie parlarono semplicemente di un terremoto in Campania e solo il giorno dopo, con i primi voli in elicottero, si iniziò a capire la realtà quale fosse. Abitazioni rase al suolo, interi borghi cancellati, diversi comuni con più macerie che case.
I primi soccorsi partirono, ma con un grosso aggravante, il ritardo. Fra i vari fattori del ritardo dei soccorsi vi erano sicuramente le strade e i ponti principali crollati (anche a causa dell’indebolimento dovuto ai terremoti del 1930 e del ’62), ma non solo, contribuì anche la scarsa organizzazione: la mancanza di un organo principale che coordinasse mezzi e uomini. Si stima che i soccorsi arrivarono a pieno regime solo 5 giorni dopo alla scossa… un’eternità.
A puntare il faro su questo grave problema fu proprio il Presidente della Repubblica di allora, ovvero Sandro Pertini, che dopo un sopralluogo nelle zone terremotate denuncio i ritardi dei soccorsi con parole fortissimi: “Ancora dalle macerie si levano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi”. Le partenze per le zone terremotate furono numerose dopo il discorso motivazionale di Pertini, soprattutto dal nord Italia, ne furono un esempio gli operai della Fiat che chiesero a Pertini stesso di parlare con Agnelli affinché lasciasse partire un gruppo di volontari.
Contemporaneamente però si ha una grossa svolta, ovvero la nomina a Commissario Straordinario di Giuseppe Zamberletti. A molti questo piccolo evento politico non dirà nulla, ma con questa nomina si ha anche la nascita del Dipartimento della protezione civile. Zamberletti infatti può essere considerato il padre della Protezione Civile per come la conosciamo oggi, poiché non si limitò al solo coordinamento delle operazioni di soccorso in Irpinia, ma introdusse e sviluppò anche il concetto di previsione e prevenzione, che diede vita poi alla riforma che introdurrà il Dipartimento della Protezione Civile così come lo conosciamo tuttora.
Ecco perché forse quando parliamo dei 90 interminabili secondi che hanno colpito l’Irpinia, forse dovremmo definirli anche fondamentali, perché da un evento così catastrofico, sono nate le fondamenta del Dipartimento sotto forma di due parole importantissime: Previsione e Prevenzione.
Ecco perché forse dovremmo parlare di 90 fondamentali secondi.
Sandro Pertini, 25 Novembre 1980:
“Qui non c’entra la politica qui c’entra la solidarietà umana, tutti gli italiani e le italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di questi fratelli colpiti da questa sciagura. Perché credetemi il modo migliore per ricordare i morti è quello di pensare ai vivi”
Articolo di Mario Conte – Volontario
Il 22 novembre di ogni anno ricorre la “Giornata Nazionale per la sicurezza nelle scuole” che rientra nella campagna IMPARARESICURI svolta in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione ed il Dipartimento di Protezione Civile. La Giornata venne istituita con la Legge 107/2015 in memoria del tragico incidente avvenuto il 22 novembre 2008 al liceo Darwin di Rivoli in cui, a seguito del crollo del pannello di un controsoffitto, perse la vita lo studente Vito Scafidi.
Dedicata ed intitolata poi a tutte le vittime degli incidenti avvenuti nelle scuole italiane, il Ministero celebra questa Giornata invitando ad organizzare attività, incontri ed occasioni di confronto per sensibilizzare sul tema della prevenzione dei rischi, con l’obiettivo di promuovere, valorizzare e favorire la diffusione della cultura della sicurezza degli edifici scolastici e garantire una corretta informazione a tutta la comunità scolastica.
La necessità di adeguare le scuole dal punto di vista strutturale resta tutt’oggi un’ emergenza per il nostro Paese. In due settimane, tra fine ottobre e la scorsa settimana di novembre si sono verificati ben sei casi di crolli poiché molti istituti non sono dotati di certificati di collaudo statico (39%) o di prevenzione incendi (59%).
A questo scopo è stata profilata una Survey intitolata “Sicurezza, qualità e benessere a scuola in epoca Covid-19”, compilabile fino al 9 gennaio 2022 per tutti gli istituti di ogni ordine e grado; tale questionario è rivolto ai dirigenti scolastici per fotografare i mutamenti indotti intervenuti sull’organigramma degli addetti preposti alla sicurezza, sui ruoli degli studenti per l’evacuazione, le prove di emergenza rispetto ai diversi tipi di rischio e le aree di raccolta, le attività formative ed informative rivolte agli studenti e alle famiglie sulla sicurezza interna e sanitaria, la situazione attuale degli spazi didattici ed il ricorso ad eventuali spazi esterni, i nuovi arredi acquistati e lo smaltimento dei vecchi, nonchè sulle voci di utilizzo e le fonti di finanziamento disponibili, e tutto ciò che si è reso necessario per fronteggiare l’emergenza pandemica dal Decreto Legislativo 81/2008, al fine di raccogliere, condividere ed estendere le buone pratiche realizzate e le criticità riscontrate relativamente ai temi indicati.
(I risultati dell’indagine saranno resi pubblici a fine febbraio 2022).
Quest’anno per l’occasione è stata anche prodotta e presentata la Smart Box della Sicurezza, con materiali utili e scaricabili gratuitamente, per tenere alta l’attenzione sulla prevenzione e saper fronteggiare i rischi naturali presenti sui territori, come terremoto ed alluvione, in ambito scolastico.
Inoltre sono stati proiettati e caricati online ben tre video tutorial, con gli studenti quali attori protagonisti, per avere maggiore consapevolezza dei rischi in generale, per conoscere il piano di emergenza della propria scuola e quello comunale di protezione civile.
“Imparare in sicurezza, nel rispetto delle norme anti-Covid, all’interno di edifici sicuri ed in territori dotati di una pianificazione di protezione civile testata ed efficace, è un diritto di tutti; contribuire a far sì che i ragazzi e le ragazze facciano propria la cultura della prevenzione, significa permettere loro di essere cittadini consapevoli, informati e impegnati in prima persona nella riduzione del rischio, non in futuro da adulti, ma da subito, proprio a partire dagli spazi che vivono quotidianamente” ha sottolineato Immacolata Postiglione, Vice Capodipartimento Protezione Civile.
Per di più quest’anno, nei giorni da martedì 16 a venerdì 26 novembre, studenti, docenti, personale ATA e dirigenti scolastici potranno prendere parte all’iniziativa “La scuola è sicura se…” pubblicando sul profilo Instagram della scuola (o su un altro canale in uso) uno o più messaggi, narrazioni, video o foto sul tema della prevenzione e della sicurezza. L’iniziativa social proposta dal Ministero è infatti quella di riflettere, anche organizzando gruppi di approfondimento, su queste tematiche, al fine di individuare gli elementi essenziali per rendere gli ambienti e i comportamenti di vita scolastica più adeguati e garantire benessere e maggiore sicurezza in ambito scolastico.
Articolo di Valeria Casaburi – Volontaria