Con l’arrivo delle giornate soleggiate, sempre più persone hanno cominciato a recarsi al mare per sfuggire a quest’ondata di caldo. Ma se sa un lato è assolutamente concesso staccare la spina dalla routine anche solo per qualche ora per potersi rilassare, dall’altro bisogna sempre conservare il senso civico e rispettare alcune regole anche quando si va in spoaggia. Purtroppo infatti ogni anno a ciascuno di noi sarà capitato di trovare dei rifiuti di plastica (o di altro genere) galleggiarci intorno mentre ci godevamo una tranquilla nuotata.
Il mare, questa immensa distesa d’acqua blu che ricopre parte del nostro pianeta infatti diventa sempre di più la discarica della Terra.
Si stima che ogni minuto finisca in mare il quantitativo di un camion di rifiuti, soprattutto di plastica, e che ve ne siano già circa 86milioni di tonnellate. Molti rifiuti finiscono depositati sui fondali e colonizzati da alcune specie animali, ma la maggior parte resta lì a galleggiare e, a volte, aggregata dalle correnti marine, che hanno un andamento circolare, vanno a formare i cosiddetti Plastic Vortex o delle vere e proprie Isole di plastica, come il Great Pacific Garbage Patch, a largo fra la California e le Hawaii.
Per riuscire a ridurre l’inquinamento del mare in Italia è entrato in vigore il reato di inquinamento ambientale con la legge n. 452/2015, è in più recentemente è stata approvata in senato la Legge Salvamare secondo cui i pescatori che recuperano rifiuti di plastica in mare o in acque dolci potranno portare i rifiuti in porto, dove verranno predisposte dalle autorità portuali delle isole ecologiche per farli smaltire e riciclare.
La strada da percorrere è ancora lunga, perché oltre ai rifiuti plastici finiscono in mare anche scarichi industriali e sostanze chimiche, pesticidi e fertilizzanti agricoli, liquami fognari e spesso petrolio a seguito dei disastri ambientali, che vanno ad intaccare l’ecosistema marino.
Tuttavia partendo in primis da ognuno di noi, per non rischiare di nuotare nuovamente in mezzo a bottiglie, sacchetti, mozziconi o imballaggi, è giusto e necessario difendere la salute del mare e mettere in pratica anche in spiaggia (e in generale ovunque ci troviamo) delle semplici azioni che possono dare un contributo alla tutela ambientale, specialmente quando si parla di plastica o di altri rifiuti che sappiamo essere non biodegradabili:
Riusare, Recuperare, Ridurre, Riciclare .
Si consiglia di optare per prodotti con meno imballaggi, usare il vetro al posto della plastica, dare vita a nuovi oggetti che hanno perso la loro funzione.
In aggiunta a questo bisogna prestare attenzione a:
-non lasciare sacchetti l in balia del vento,
– non usare shampoo o sapone sotto le docce poste sulle rive delle spiagge, poiché lo scarico di queste ultime finisce direttamente in mare
-lasciar perdere i falò per incorrere in rischio incendio
-rispettare la natura, ovvero non raccogliere granchi, molluschi, stelle marine, conchiglie o altro
-raccogliere le cicche e buttarle nel cassonetto a fine giornata
-evitare piatti e bicchieri di plastica monouso
-portare Fido in spiaggia dove possibile, ma ricordandosi sempre guinzaglio e sacchetti per raccogliere e conferire le deiezioni negli appositi bidoncini.
Articolo di Valeria Casaburi – Volontaria
Nel corso degli anni per fortuna, la raccolta differenziata in Italia ha preso sempre più piede, aumentando la percentuale nazionale di anno in anno. Tanti comuni nel corso degli anni sono riusciti ad ottenere risultati ottimi, superando anche l’80% di materiale differenziato, ma in molti altri invece non si è riusciti neanche a raggiungere la soglia del 65% che ormai è d’obbligo per legge.
Fondamentalmente esistono due sistemi di raccolta differenziata, quella porta a porta e quella stradale. Con la prima si è in grado di ottenere risultati migliori, in quanto si riesce a controllare meglio ciò che ogni singolo cittadino ripone davanti la propria abitazione, ma ha elevati costi di gestione. La seconda invece è l’esatto opposto, meno controllo sui rifiuti conferiti nei cassoni stradali, ma minori costi.
In entrambi i casi però, per noi cittadini è importante sapere come differenziare correttamente ogni singolo rifiuto, ricordandoci che alcuni di essi devono essere scomposti e ogni parte va differenziata diversamente. Partiamo col descrivere le varie categorie, ovvero:
- Umido Organico, tutto ciò che sono scarti di cucina, avanzi di cibo, i fondi del caffè, tovaglioli di carta, fiori vecchi, ceneri, ecc.
- Plastica e Alluminio, bottiglie di plastica, vasetti, vaschette, buste, lattine in acciaio e alluminio, scatolette e contenitori in metallo, ecc.
- Carta e Cartone, quindi giornali, libri, quaderni, imballaggi e scatole di cartone, cartoncini, ecc.
- Vetro, bottiglie vasi e barattoli in vetro, bicchieri, ecc.
- Secco non riciclabile, piatti e posate sporchi di plastica, cd, giocattoli, fiori finti, spazzolini, in generale quei rifiuti che non rientrano nelle categorie precedenti
Queste sono le categorie principali in cui i rifiuti vengono divisi, a cui però vanno aggiunte altre due ulteriori categorie, ovvero:
–Rifiuti Pericolosi, che in genere hanno degli appositi contenitori sparsi per il territorio, in cui rientrano rifiuti come pile, batterie, farmaci scaduti, e altri
–Rifiuti Ingombranti, in cui rientrano materiali come frigoriferi, televisioni, computer, lavatrici, divani, ecc. che di solito vengono ritirati su chiamata o consegnati dal cittadino direttamente presso le stazioni ecologiche.
Queste descritte sopra sono le regole generali per la raccolta, ma spesso può capitare che da comune in comune un determinato rifiuto va conferito in modo diverso, quindi come comportarci quando non ci troviamo in un comune che non è il nostro? Una delle soluzioni è leggere le regole del conferimento per quel comune (di solito si trovano online oppure su un app del comune specifico). Un altra soluzione ci viene data da un app indipendente, come Junker. Quest’ultima può aiutarci su moltissimi aspetti della raccolta differenziata, infatti se fra le nostre mani abbiamo un prodotto che non sappiamo come riciclare, tramite Junker possiamo scannerizzare il bar code e l’app ci restituirà (anche a seconda del comune dove ci troviamo) tutte le informazioni su come riciclare correttamente ogni singolo elemento, dall’imballaggio ad ogni piccolo componente smontabile.
Insomma, la raccolta differenziata oggi è più che possibile e deve diventare una cultura più diffusa, magari anche con l’insegnamento all’interno delle nostre scuole, perché riguarda il nostro futuro, il nostro pianeta! Inoltre se si ha dei dubbi vi sono diverse soluzioni, come una semplice ricerca online oppure app specifiche come Junker. Quindi da oggi non si hanno scuse, avanti con la Differenziata!
Articolo di Mario Antonio Conte – Volontario